Il divario tra Nord e Sud è sempre più percettibile: il 33% dei cittadini dichiara di doversi rivolgere altrove per le cure sanitarie.
Sulla base del Rapporto “Le Performance Regionali” del Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità, sono solo otto le Regioni italiane promosse. Sono soprattutto il Sud e le Isole a registrare le performance insufficienti: il 33% dei cittadini ha dovuto rivolgersi fuori Regione per accedere alle cure e alle prestazioni sanitarie.
La valutazione 2023 delle performance regionali oscilla da un punteggio massimo del 59% a un minimo del 30%. I dati sono stati registrati sulla base di sei parametri che vanno dall’appropriatezza e l’equità delle cure agli aspetti economico-finanziari e l’innovazione.
Dalla migliore alla peggiore
Al primo posto della classifica troviamo il Veneto, la Provincia autonoma di Trento e la Provincia autonoma di Bolzano, con i migliori livelli di tutela sanitaria. Tutte e tre superano la soglia del 50%, rispettivamente al 59%, 55% e 52%.
Successivamente abbiamo altre 5 Regioni con livelli di performance compresi tra il 47% e il 49%: Toscana, Piemonte, Emilia Romagna, Lombardia e Marche.
Con livelli inferiori invece vengono segnalate le Regioni di Liguria, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Umbria, Molise, Valle d’Aosta e Abruzzo, tra il 37% e il 43%. Infine, troviamo sei Regioni con livelli di performance inferiori al 32%, ovvero: Sicilia, Puglia, Sardegna, Campania, Basilicata e Calabria.
Le condizioni della sanità italiana
“Circa 29 milioni di cittadini residenti nelle prime otto Regioni possono stare relativamente tranquilli e altri 29 milioni nelle Regioni rimanenti, quasi tutte del Centro Sud, potrebbero avere serie difficoltà“, osserva il Crea, evidenziando condizioni scarse nelle regioni meridionali.
Secondo il monitoraggio del Rapporto di Eurispes ed Enpam, se il sistema sanitario nazionale “non sarà messo in grado di programmare e poi assorbire le necessarie professionalità”, le case di cura e gli ospedali rischieranno di restare vuote.
Il comparto della medicina generale, già in estrema crisi, e gli ospedali continueranno a degradarsi, portando la sanità pubblica “a deperire”. “Si apriranno ulteriori autostrade per la sanità privata e curarsi diverrà una questione di censo”, spiega Eurispes.
Sono soprattutto le Regione del Sud Italia (28,5%) e le Isole (30,5%) ad accusare maggiori difficoltà. Il 33,3% dei cittadini invece, ha dovuto rinunciare a prestazioni o interventi sanitari per indisponibilità delle strutture sanitarie e liste di attesa, che li ha costretti a rivolgersi fuori Regione per accedere alle cure.